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Il cioccolato non è solo goloso, ma anche buono per l’organismo: la nostra salute può contare su questa materia per restare in salute e allungare la vita in maniera più dolce. A dirlo è la scienza, che conferma questo dato di fatto da molto tempo.
Nel XVIII secolo, la controversia scientifica si catalizzò tra due personaggi peculiari: il dottor Giovan Battista Felici, grande accusatore di cioccolato, che lo considerava “disordine (…) per abbreviare la vita”, portato da “intemperanza maschile”, e Francesco Zeti, soprannominato “Il Gobbo di Panone”, preoccupato che tutto questo “parlare male” del cioccolato potesse provocare una diminuzione dei clienti.

Il cacao, secondo Felici, non poteva essere considerato una sostanza fredda, poiché le piante traggono le loro qualità dai luoghi in cui crescono e, quindi, “contiene una sostanza sciolta, grassa e viscosa, che può contenere facilmente le particelle di calore”.

È per questo che, secondo Felici, si era diffusa l’usanza di aggiungere alcuni aromi particolari nella composizione del cioccolato. Come cannella, vaniglia, pepe, chiodi di garofano, ambra e altre spezie simili, molto piccanti.

A metà del XIX secolo, a Firenze, fu venduto un tipo speciale di cioccolato: il cacao di Caracca, cannella di Ceylon e zucchero di Avana o “farina di patate”. Poteva essere miscelato con latte, panna e spirito di caffè, per una bevanda molto piacevole. E raccomandata per le persone che soffrivano di debolezza e catarro polmonare cronico; nonché per le vittime di gravi disturbi acuti.
Dove questo veniva considerato nutrimento e sostanza terapeutica. Linneo identificò alcuni tipi di malattie in cui il cioccolato poteva essere usato in modo appropriato: perdita di peso (in conseguenza di malattie polmonari e muscolari), ipocondria ed emorroidi, nonché come eccellente afrodisiaco. Più avanti, Blancardi affermò che “Il cioccolato viene preparato con latte o acqua; quando agitato, si scioglie e dev’essere bevuto caldo”.

È una bevanda nutriente, utile ai vecchi e ai deboli. Il secolo si concluse con l’opera di Antonio Lavedan, il quale sosteneva che il cioccolato era una sorta di medicina universale, poiché stimolava il calore naturale e il cuore, diminuendo la flatulenza; risolvendo costipazioni, favorendo la digestione e l’appetito, aumentando la virilità, rallentando la crescita dei capelli bianchi e prolungando significativamente la vita.

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Di Massimo Prandi

Massimo Prandi