Per quanto incredibile possa sembrare, il Gianduia nacque per caso. Fu lo sviluppo inaspettato di una particolare circostanza della Storia.
All’inizio del XIX secolo Napoleone Bonaparte governava incontrastato una vasta porzione del continente. La sua più grande nemica, l’Inghilterra, era tra i pochi in grado di resistere, protetta da una flotta che rendeva la Manica un ostacolo insormontabile. Incapace di agire sul piano bellico, l’Imperatore decise allora di sabotare la potenza avversaria con un’abile manovra economica.
Nel 1806, a Berlino, Napoleone diede inizio ad un embargo che diverrà noto come il Blocco Continentale.
Con questa decisione si proibiva ai paesi dell’Impero Francese ed ai suoi satelliti di commerciare con il Regno Unito. La conseguenza fu che numerosi prodotti provenienti dalle colonie inglesi nelle Americhe, come lo zucchero di canna o il caffè, divennero quasi irreperibili nel Vecchio Continente. Allo stesso modo, anche il cacao cominciò a scarseggiare.
Fu in quel momento che ai pasticceri torinesi, preoccupati per la mancanza di forniture, venne in mente un’idea. Decisero di mescolare al poco cacao disponibile un prodotto locale, economico ed abbondante: la nocciola Tonda Gentile delle Langhe. Questo mix improvvisato non solo salvò la produzione dolciaria dei piemontesi, ma diede alla luce una delle più apprezzate combinazioni culinarie.
Era l’inizio della storia del Gianduia.
Ci vollero più di 40 anni affinché quella ricetta primordiale divenisse simile a ciò che oggi conosciamo come Gianduia. Nel 1852 Michele Prochet, pasticcere della Caffarel, rinnovò la tecnica d’impasto grazie alla tostatura e la macinatura delle nocciole. Grazie a questo nuovo processo si riuscì a raggiungere la consistenza e la cremosità tipiche del Gianduia, qualità che la Caffarel metterà in risalto nel 1865 con la presentazione del primo cioccolatino incartato: il gianduiotto.
Ancora oggi, dopo più di un secolo, la ricetta originale a base di zucchero, massa di cacao e pasta di nocciole resta un punto fermo nella preparazione di questo cioccolato.
È sui rapporti tra gli ingredienti e le tecniche di lavorazione che si cerca ora di scrivere la nuova storia del Gianduia, un’eccellenza gastronomica impreziosita dalla particolarità delle sue fortuite origini.